Traversata Monte Bar – Mtb story

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Monte Bar – Svizzera – La traversata

Alle 9,30 siamo pronti a pedalare, siamo a Tesserete, un’ora da Milano, un paese pochi km a nord di Lugano nel canton Ticino.
Voglio fare un giro completo che tocca 3 capanne, ma siccome non voglio rinunciare ad una discesa finale che conosco e che amo,
mi organizzo con una traccia Gps ricucita da vari pezzi, una traccia decisamente Arlecchina. Malgrado avessimo anche una traccia più semplice per salire in quota decidiamo di farci del male e salire dalla traccia rossa che sconsiglio  !!! [Gps Track e info]
Con me c’è il Grizzly e basta, l’altro pazzo è a finale con la sua nuova Treck Remedy.
Ho dissuaso anche la mia fidanzatina per via dei dubbi sulla lunghezza e durezza del giro. 

Parlerò poco della salita perchè è stata lunga e faticosa e sopratutto abbiamo spinto la bici spessissimo, evidentemente salivamo da un sentiero ideale per scendere e non per salire.
“Grande errore, grande errore” mi dirà Leo il mio amico Svizzero, con il suo accento alla Hunziker, quando gli dirò che strada ho fatto.
Il Grizzly con la sua Coilair e le gambe molli fatica e arranca, arranca e bestemmia, bestemmia e impreca.
Saliamo saliamo saliamo, lo scopo è arrivare in quota per poi compiere la grande traversata dalla capanna San Lucio alla capanna Monte Bar.
Finalmente arriviamo alla capanna San Lucio, mangiamo salametto e formaggio (salametto..lo chiamano così) e ammiriamo le innumerevoli bici da All monutain parcheggiate, tutti biker della svizzera tedesca, Scott Ransom, Treck Remedy, Cube, Enduro…
Finito il pasto inforchiamo finalmente il sentiero …la traversata inizia e … siamo subito soli.

Siamo proiettati immediatamente in un altra dimensione, il profilo della montagna è irregolare e i canaloni si susseguono, talvolta con lingue di ghiaccio e fragorosi ruscelli che scalpitano sotto.

Il sentiero è fantastico e, quando il profilo della montagna lo permette, lo sguardo lo segue all’infinito per chilometri e chilometri,
sono 20 minuti che pedaliamo e la traccia Gps indica che ne avremo ancora per molto.
Mi piace questo concetto, quando sono a casa o al computer penso a 1000 cose, cambio i freni, il colore della sella mi ha rotto,
potrei migliorare l’assetto cambiando questo o quell’altro, ora che sono qui ci sono solo io, il sentiero e il cielo, la bici è solo un mezzo per vivere questo momento e la adoro per quello che è , un cavallo di ferro con le ruote.

Il Grizzly, il mio compagno di avventura, è sempre alle mie spalle, silenzioso, stanco, pedaliamo nel nulla, siamo davvero soli e a volte ho un pò di paura dato che l’ultima lingua di ghiaccio in un canalone ci ha riervato una sorpresa, un buco profondo proprio affianco a dove per forza dovevamo passare, le Five Ten sono delle scarpe con un grip eccezionale…ma non sulla neve.

E’ uno di quei rari casi in cui la monotonia del paesaggio è un pregio, sì, perchè il sentiero non finisce mai e morde il costone della montagna come un serpente.
La valle alla nostra sinistra è profonda, raidare su questo binario è quasi come volare e adoro lo scricchiolio delle gomme sul terreno.
I torrenti si susseguono…

Torrenti e ghiaccio, nel fondo valle si vedono in paesini, ma non è confortante, la vista è praticamente aerea ed è come essere su un deltaplano, incontriamo un ragazzo e una ragazza, lì in mezzo al nulla e lei è visibilmente preoccupata, “dove si va di qui” si affretta a chiederci.
Spiego la faccenda e li conforto sul fatto che potranno tornare a Tesserete in modo semplice scendendo da una sterrata, tuttavia
li metto in guardia sulla lingua di ghiaccio con baratro incorporato, lì io e il Grizzly ci siamo quasi lanciati le bici per passare.

Il profilo della montagna si distende, la traccia Gps Arlecchina dice che siamo quasi al bivio per la mia adorata discesa e ora mi giro indietro a guardare il trail e mi dispiace già che sia quasi finito, è passata un’oretta ma abbiamo ancora mezz’ora davanti.
Nel girarmi a guardare il sentiero vedo il Grizzly che smadonna, il cambio dà problemi, le forze sono finite, sono le 18 e stiamo pedalando da stamattina alle 9.30 e lui ha la preparazione atletica di Calimero.

Ci siamo, ormai il sentierino diventa amichevole, passiamo una malga dove le mucche non sono ancora arrivate,l’inverno è stato troppo lungo.

 

Sono arrivato al punto in cui la traversata termina, siamo circa 500 metri prima della capanna Bar e da li parte un single track
in discesa entusiasmante, ci sono dei tavoli da pic nic e attendo il Grizzly per dargli la buona notizia, si comincia a scendere!

Ad un tratto davanti a me una stupenda sorpresa, immobile e con le orecchie dritte una volpe mi controlla, ci tengo che Calimero la veda e quindi la abituo a dei piccoli movimenti in modo che non si spaventi al suo arrivo.

La volpe non se ne va, anzi quando arriva il mio compagno di avventura, lei ci viene incontro..la stiamo fotografando e io dico
“..oh ma che cazzo fa..” è decisamente affamata, la neve si è sciolta da poco e siamo a fine Maggio quindi anche se non sono
Piero Angela capisco che la bestiola ha fame.

La volpe, l’inizio della discesa, siamo felici e partiamo…bellissimo.
Come capita a tanti biker neanche una foto della discesa ..troppa foga di andare!!!
La discesa è un single tra pinete e ruscelli, con gradinetti e appoggi naturali.
Arrivati in fondo alla prima fase discutiamo di politica con le mucche scozzesi che, solitamente schive e paurose, sembrano apprezzare le Five Ten Karver del Grizzly.

Sorpresona, sorpresona ..siccome io odio l’asfalto e ci sarebbe da fare un piccolo collegamento decido che risaliamo di 200 metri
di dislivello per fare un traverso spingendo la bici e ributtarci giù per l’ultima infinita discesa.

Penso che il Grizzly, con i muscoli insensibili, non abbia detto niente solo perchè sia rimasto basito, era distrutto, devastato e gli dicevo di salire ancora un pò.
Avrebbe preferito fare l’amore con la Mucca scozzese mentre la volpe gli mordicchiava il culo e il capretto gli belava nelle orecchie piuttosto che pedalare ancora.

Trova la scusa di chiamare la moglie per riposare un po’ e, come un avvoltoio sopra di lui, un capretto bela a tutta birra mentre lui telefona.

Prendiamo il traverso in una jungla di arbusti pungenti e arriviamo su un pianoro col sole che se ne sta andando…io so che da li
in poi sarebbe stata una lunga discesa e quindi scatto l’ultima foto mentre le bestemmie risuonano nella valle, viene menzionato il Papa e un buon numero di apostoli tra cui anche nomi grossi come San Pietro.
Se non fosse stato battezzato avrebbe stipulato un patto col maligno per essere aiutato.

Eccoci arrivati sono le 20.30 e siamo tornati a Tesserete, beviamo una birra e mangiamo un panino, risaliamo in macchina e in un’ora siamo a Milano, in mezzo all’asfalto e alle macchine che ai semafori fanno le accellerate per andare non so dove lasciando dietro nuvole di smog. [Gps Track e info]

 

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