Mai andare in Mtb da soli in posti difficili

Condivido con voi un botta e risposta con Stefano Colafrancesco che è andato in vacanza in Mtb  e si è fatto male, Eliambulanza, ospedale e tanta paura… non è per cinismo che ho chiesto a Stefano di condividere la mail ma per ricordarci sempre di come sia importante non andare da soli e di come sia facile farsi male…noi che andiamo in bici lo sappiamo tutti..ma sai com’è…

Stefano:
E si, stavolta l’ho fatta grossa!!! Premesso che non sono un novizio, da 10 anni mi diverto con la Mtb, e questa è la terza. Sono Stato d’apprima a Livigno, (con la bici appena presa) nel 2000. A momenti lascio tutto per una fatica immane, D’aldronde io abito in riva al mare, ed i monti distano 20 km…e la prima volta è stata drammatica. Poi di seguito PLAN de Corones, Le 2 ALPES (Panoramique, e le Diable), Sardegna, (Carloforte), e qualche uscita per l’Agro Romano. Ma torniamo all’incidente….avevamo mangiato, con la famiglia ed altri amici, alla baita su Cima PAGANELLA, e abbiamo preso la discesa sotto i pali della cabinovia per andare a prendere il percorso che ci avrebbe riportato al Garnì lago NEMBIA. Fortunatamente non ero solo (cosa strana per me in quanto lo sono sempre), ma avevo conosciuto altri 3 ragazzi di Reggio Emilia alla biglietteria di Andalo prima della salita, che mi avevano invitato ad unirmi a loro. Cominciata la discesa mi sono reso subito conto che c’era qualcosa che non andava, forse troppo ripida (32/35% diceva il GPS di Bernardo), la bici troppo rigida. Decido quindi di scendere in diagonale, anzichè quasi dritto e con i freni tirati. Il  terreno era un misto di erba, a volte alta, e grossi sassi sparsi. Ad un certo punto dopo la quarta virata, ormai a circa metà discesa, ho sentito la bici quasi fermarsi, come parcheggiata in una rastrelliera, forse un piccolo solco scavato dall’acqua delle piogge. Fermarsi di colpo e sentirsi scaraventati per aria è stato un attimo, peccato che dopo il “salto mortale capriato in avanti” sono atterrato con la faccia su un grande sasso….. Da lì il panico, se non fosse per quei 3 Angeli di Simone, Bernardo ed il figio di quest’ultimo, di cui non ricordo il nome, che mi hanno soccorso, mi sono stati vicini fino all’arrivo dell’eliambulanza, un’eternità…..in soli 18 min. Da li al P.S. dell’ospedale di Trento…Me la sono cavata con il naso rotto, una 30ina di punti sul labro inf. (int ed est), ed una forte contusione a spalle e braccio sx (la mano sx ancora “dorme”). Ovviamente la bici neanche un graffio!!!! Ho finito quindi le vacanze al terzo giorno…24h di ospedale, e 2gg sulle panchine del lago di Molveno a vedere il panorama. Rimando il tutto all’anno prossimo, tornerò al lago Nembia anche perchè è un punto strategico per muoversi in MTB od in auto con la famiglia. Ora aspetto solo che passi la convalescenza. Non vedo l’ora di tornare a pedalare, e prepararmi per la stagione sciistica.Per chiudere, ti segnalo un negozio di MTB a Ponte Arche, il MUWI. Davide, il titolare, è molto disponibile e preparato…e vende roba per noi (di pianura del sud) praticamente sconosciuta. Ora ti saluto, e spero di risentirti presto. Buena suerte, e continuerò a seguirti su TURBOLINCE. A presto..Stewfano

**Graziano:Ma cazzzoooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Non sei svenuto, hai avuto paura?
Mi immagino la scena sangue dapertutto…cazzo come mi dispiace..
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Stefano:

Non sono mai svenuto, mai persa conoscenza, solo 5 min di PANICO totale finchè Ho chiesto agli amici di girarmi (rischiando il peggio per possibili fratture alla colonna?). Ma d’aldronde il quantitativo di sangue che usciva dal taglio sulla faccia mi stava rientrando in bocca, e su per il naso. Era una situazione al limite…una volta girato ho sentito le scarpe strette. non puoi credere che bella sensazione, voleva dire che sentivo le gambe. Subito dopo il rumore dell’elicottero in avvicinamento….Sai a 45 anni, una moglie e 2 figlie di 11 e 6 anni, un incidente del genere, in pochi seconditi passa davanti di tutto, ma proprio tutto, tutto, tutto. E la preoccupazione prima è stata quella che gli amici e la famiglia stavavno per passare sopra la scena perchè sarebbero scesi con la seggiovia di lì a poco. Ovviamente sono stati spettatori loro malgrado dell’evento. Io immobnile per terra, faccia sul prato, Simone vicino che chjiamava il 118, e mentre loro discendevano, la Polizia ed il personale degli impianti di risalita che accorrevano con la jeep. Poi l’elicottero. Il panico di mia moglie, e le lacrime della figlia più grande, che comunque aveva visto ed intuito qualcosa. A tutte queste persone và la mia eterna gratitudine per il tempestivo intervento e per le cure da tutti
loro prestatemi. Un monito per tutti i biker, se posso, l’MTB è uno stato di pura libertà, ma ha le sue regole. Prima di tutte non farlo da soli, esperienza insegna. ciao