A pensarci, è chiaro che l’aspetto mentale conta molto: non parlo solo della forza di volontà e della concentrazione che servono per superare i momenti di difficoltà, ma di tanti altri aspetti che non sono trascurabili, sopratutto per noi donne che in Mountain bike, spesso dobbiamo stare dietro a uomini.
Per chi è pigro e non particolarmente amante della salita, come me, un’abilità che può servire è la capacità di essere pazienti e di distrarsi, per evitare di cominciare con il pensiero ossessivo “Non ce la faccio non ce la faccio non ce la faccio”: per fare ciò può essere utile guardarsi intorno, pensare ai fatti propri, oppure chiacchierare con l’amico che sale al vostro stesso ritmo.
Direi che quest’ultimo modo è quello che funziona meglio, sempre che il ritmo di salita sia lo stesso, perché altrimenti uno dei due rischia di avere poco fiato per parlare! Unica controindicazione: serve una strada sufficientemente larga per salire affiancati, e pochissimo o per nulla trafficata, per non rischiare spiacevoli scontri con altri mezzi…le auto sono il meno, perché quantomeno si fanno sentire; vogliamo parlare degli stradisti che scendono a manetta e che – ovviamente – trovi nel punto con meno visibilità di tutta la salita ?!?.
Altro aspetto mentale da non trascurare è avere un atteggiamento positivo verso le proprie capacità, che molto spesso sono superiori a quelle che crediamo di avere. L’ottimismo però, parafrasando qualcuno, se uno non ce l’ha non se lo può dare; andare in mtb può permettere di allenarlo, anche contando sul fatto che andare in bici con un gruppo affiatato di amici non può che renderci contenti (per non parlare dell’effetto positivo delle endorfine dovute all’esercizio fisico).
E poi, la curiosità: può essere la curiosità di scoprire nuovi scorci di paesaggio, ma anche di trovare nuovi percorsi. Cominciare a immaginarsi il giro che farete nel finesettimana, studiarlo sulla cartina, e magari, per i più maniaci, su googleearth, sono tutti modi per vivere attivamente la giornata, invece che seguire passivamente il gruppo. Infine, ho capito che quando si va in giro con gente che va di più, bisogna rendersi indipendenti, in modo da riuscire a trovare il proprio ritmo.
In pratica, non date per scontato che gli altri si fermino ad aspettarvi, e tanto meno non lasciate a qualcuno parte del vostro equipaggiamento per alleggerirvi lo zaino: fate la vostra salita, trovate il vostro ritmo, fermatevi quando credete sia il momento, bevete e mangiate quando necessario.
Non cercate di fare proprio il ritmo di salita di qualcuno che va più forte perché può essere controproducente. Questi sono solo piccoli trucchi che chi va in mtb da tempo conosce… potrebbero essere utili a chi è all’inizio, quando magari ci si chiede “ma chi me l’ha fatto fare?”